In Italia la patrimoniale c’è già e si chiama crisi. La crisi sta intaccando i grossi patrimoni: depaupera il valore delle case e riduce in maniera considerevole il valore dei titoli in borsa. Purtroppo questa “patrimoniale” non produce benefici per nessuno. Forse per questo moltissimi industriali ( tra cui Marcegaglia, Montezemolo, Della Valle) sono favorevoli a un’imposta patrimoniale solidale e intelligente, come quella proposta da Pietro Modiano, presidente di Nomisma. Partendo dall’assunto che il 20% della popolazione italiana detiene circa 5000 miliardi di euro (mentre il restante 80% detiene 3000 miliardi di euro) Modiano propone una tantum che tassi del 10% il patrimonio finanziario o del 4% il patrimonio generale (mobiliare e immobiliare) solo per quel 20% di popolazione più ricca. I benefici immediati sarebbero dati da un introito di circa 200 miliardi di euro, che abbatterebbe il debito pubblico in maniera sostanziosa e libererebbe risorse per il welfare e per la crescita. L’imposta colpirebbe è vero chi ha “risparmiato” di più, ma attraverso un meccanismo di detrazione fiscale l’imposta colpirebbe davvero solo chi ha costruito quel patrimonio con l’evasione. A me sembra un’ipotesi da tenere in considerazione. E sinceramente credevo che Mario Monti si riferisse a misure del genere quando ha parlato di “crescita e equità”. Qui un bel confronto (televisivo), a partire dal minuto ‘45: http://youtu.be/0jJfM0fjdnE.
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