Traduzione del saggio di Charles Eisenstein “The Conspiracy Mith”
https://charleseisenstein.org/essays/the-conspiracy-myth/?_page=3
L’altro giorno mi sono divertito a leggere una critica di “The Coronation” in cui l’autore era assolutamente certo che io fossi un teorico del complotto. Era così convincente che io stesso stavo quasi per crederci.
Cos’è dunque una “teoria del complotto”? A volte il termine è usato contro chiunque metta in discussione l’autorità, dissenta dai paradigmi dominanti o pensa che interessi nascosti influenzino le istituzioni che ci guidano. Come tale, è un modo per reprimere il dissenso e maltrattare coloro che cercano di resistere agli abusi di potere. Non è necessario abbandonare il pensiero critico per credere che le istituzioni potenti talvolta colludano, cospirino, nascondano e siano corrotte. Se questo è ciò che si intende per teoria del complotto, ebbene alcune di queste teorie sono vere. Qualcuno ricorda Enron? L’Irangate? COINTELPRO? Vioxx? Le armi irachene di distruzione di massa? Durante il periodo di Covid-19, è salito alla ribalta un altro livello di teoria del complotto, un livello che va ben oltre le storie specifiche di collusione e corruzione, per porre la cospirazione come principio fondamentale per spiegare come funziona il mondo. Alimentata dalla risposta autoritaria alla pandemia (giustificabile o meno, blocco, quarantena, sorveglianza e localizzazione, censura della disinformazione, sospensione della libertà di riunione e di altre libertà civili, e così via, sono davvero misure autoritarie), questa teoria dell’arco-cospirazione sostiene che una malvagia cabala di addetti ai lavori abbia deliberatamente creato la pandemia o almeno lo stia spietatamente sfruttando per spaventare le persone e convincerle ad accettare un governo mondiale totalitario secondo una legge sanitaria marziale permanente, un Nuovo Ordine Mondiale (NWO). Inoltre, questo gruppo malvagio, questi illuminati, muove le corde di tutti i principali governi, corporazioni, Nazioni Unite, OMS, CDC, media, servizi di intelligence, banche e ONG. In altre parole, dicono, tutto ciò che ci viene detto è una bugia e il mondo è in preda al male.
Quindi cosa penso di quella teoria? Penso che sia un mito. E cos’è un mito? Un mito non è la stessa cosa di una fantasia o un’illusione. I miti sono veicoli della verità e quella verità non deve essere letterale. I miti greci classici, ad esempio, sembrano semplici storielle fino a quando non li si decodifica e si associa ogni dio a forze psicosociali. In questo modo, i miti portano luce nelle ombre e rivelano ciò che è stato represso. Loro prendono una verità dalla psiche o dalla società e la trasformano in una storia. La verità di un mito non dipende dal fatto che sia oggettivamente verificabile. Questo è uno dei motivi per cui, in “The Coronation“, ho detto che il mio scopo non è né quello di sostenere, né di smascherare la narrazione del complotto, ma piuttosto di guardare a ciò che illumina. Dopotutto, non è né dimostrabile né falsificabile.
Cosa c’è di vero nel mito del complotto? Sotto il suo letteralismo trasmette informazioni importanti che ignoriamo con grande rischio.
Innanzitutto, dimostra l’entità scioccante dell’alienazione pubblica dalle istituzioni dell’autorità. Per tutte le battaglie politiche dell’era post-Seconda Guerra Mondiale, c’era almeno un ampio consenso sui fatti fondamentali e su dove si potevano trovare quei fatti. Le principali istituzioni di produzione della conoscenza – scienza e giornalismo – godevano di un’ampia fiducia del pubblico. Se il New York Times e la CBS Evening News affermavano che il Vietnam del Nord ha attaccato gli Stati Uniti nel Golfo del Tonchino, la maggior parte della gente ci credeva. Se la scienza affermava che l’energia nucleare e il DDT erano sicuri, anche la maggior parte delle persone lo credeva. In una certa misura, quella fiducia è stata ben guadagnata. I giornalisti a volte sfidavano gli interessi dei potenti, come nel caso del reportage di Seymour Hersh sul massacro di My Lai o le notizie di Woodward & Bernstein su Watergate. La scienza, proiettata al progresso della civitlà, aveva una reputazione sul perseguimento oggettivo della conoscenza a dispetto delle autorità religiose tradizionali, nonché una solida reputazione per il fatto di disinteressarsi e disprezzare motivi politici e finanziari.
Oggi l’ampia fiducia del consenso nella scienza e nel giornalismo è a pezzi. Conosco diverse persone altamente istruite che credono che la terra sia piatta. Respingendo come ignoranti i terrapiattisti e le decine di milioni di aderenti a narrazioni alternative meno estreme (storiche, mediche, politiche e scientifiche), confondiamo il sintomo con la causa. La loro perdita di fiducia è un chiaro sintomo di perdita di affidabilità. Le nostre istituzioni di produzione della conoscenza hanno tradito ripetutamente la fiducia del pubblico, così come le nostre Istituzioni politiche. Il risultato è che oggi molte persone non credono alle Istituzioni nemmeno quando dicono la verità. Questo deve essere frustrante per il medico scrupoloso, lo scienziato o il funzionario pubblico. A loro il problema sembra un pubblico impazzito, una marea crescente di irrazionalità anti-scientifica che sta mettendo in pericolo la salute pubblica. La soluzione, da quella prospettiva, sarebbe quella di combattere l’ignoranza. È quasi come se l’ignoranza fosse un virus (in effetti, ho già sentito quella frase prima) che deve essere controllato attraverso lo stesso tipo di quarantena (ad esempio, la censura) che applichiamo al coronavirus.
Ironia della sorte, un altro tipo di ignoranza pervade entrambi questi sforzi: l’ignoranza del terreno. Qual è il tessuto malato su cui prolifera il virus dell’ignoranza? La perdita di fiducia nella scienza, nel giornalismo e nel governo è il risultato della loro lunga corruzione, la loro arroganza ed elitismo, la loro alleanza con gli interessi corporativi e la loro repressione istituzionalizzata del dissenso. Il mito della cospirazione incarna la realizzazione di una profonda disconnessione tra le posizioni pubbliche dei nostri leader e le loro vere motivazioni e piani. Descrive una cultura politica che è opaca per il comune cittadino, un mondo di segretezza, immagine, PR, spin, ottica, punti di discussione, gestione della percezione, gestione della narrazione e guerra dell’informazione. Non c’è da stupirsi che la gente sospetti che dietro il velo ci sia un’altra realtà.
In secondo luogo, il mito del complotto dà forma narrativa al sospetto che un potere disumano governi il mondo. Quale potrebbe essere quel potere? Il mito del complotto individua quel potere in un gruppo di esseri umani malevoli (che assumono comandi, in alcune versioni, da entità extraterrestri o demoniache). Qui esiste un certo conforto psicologico, perché ora c’è qualcuno da incolpare in una narrativa familiare “noi contro loro” e psicologia vittima-colpevole-soccorritore. In alternativa, potremmo localizzare il “potere disumano” in sistemi o ideologie, non in un gruppo di cospiratori. Ciò è meno gratificante psicologicamente, perché non possiamo più facilmente identificarci come buoni che combattono contro il male; dopo tutto, noi stessi partecipiamo a questi sistemi che pervadono tutta la nostra società. Sistemi come quello monetario basato sul debito, il patriarcato, la supremazia bianca o il capitalismo non possono essere rimossi combattendo i loro amministratori. Creano ruoli che i malfattori possono ricoprire, ma i malfattori sono funzionari; marionette, non burattinai. L’intuizione di base delle teorie della cospirazione è quindi vera: che quelli che pensiamo abbiano il potere non sono altro che marionette del potere reale nel mondo.
Un paio di settimane fa ero in una call con una persona che ricopriva una posizione elevata nell’amministrazione Obama e che si muove ancora nei circoli d’élite. Ha detto: “Non c’è nessuno alla guida dell’autobus”. In realtà ero un po’ deluso, perché in effetti c’è una parte di me che vorrebbe che il problema fosse un mucchio di cospiratori malvagi. Perché? Perché allora i problemi del nostro mondo sarebbero abbastanza facili da risolvere, almeno in linea di principio. Basta esporre ed eliminare quei cattivi. Questa è la formula prevalente di Hollywood per correggere i torti del mondo: un eroico campione affronta e sconfigge il cattivo, e tutti vivono felici e contenti. Hmm, questa è lo stesso modello elementare di incolpare i germi per la cattiva salute e ucciderli con l’arsenale della medicina, in modo che possiamo vivere una vita sana e sicura in qualsiasi momento, o uccidere i terroristi e rinchiudere gli immigrati e rinchiudere i criminali, ancora, in modo da poter vivere una vita sana e sicura per sempre. Stampate dallo stesso modello, le teorie della cospirazione si inseriscono in un’ortodossia inconscia. Emanano dallo stesso pantheon mitico dei mali sociali che protestano. Potremmo chiamare quel pantheon “Separazione”, e uno dei suoi motivi principali è la guerra contro l’altro.
Questo non vuol dire che non esiste un germe – o una cospirazione. Watergate, COINTELPRO, Irangate, il medicinale Vioxx di Merck, le autoesplosioni della Ford Pinto, la campagna di corruzione di Lockheed-Martin, la vendita consapevole da parte della Bayer di sangue contaminato dall’HIV e lo scandalo Enron dimostrano che accadono cospirazioni che coinvolgono potenti élite. Nessuno dei precedenti è però un mito: un mito è qualcosa che spiega il mondo; è misteriosamente più grande di se stesso. Pertanto, la teoria della cospirazione dell’assassinio di Kennedy (che confesserò, senza dubbio, a costo della mia credibilità, di accettare come letteralmente vero) è un portale per il regno mitico.
Il mito del complotto che sto affrontando qui, tuttavia, è molto più ampio di ciascuno di questi esempi specifici: è che il mondo come lo conosciamo è il risultato di una cospirazione, con gli Illuminati o i controllori come i suoi dei malvagi. Per i credenti, diventa un discorso totalizzante che getta ogni evento nei suoi termini.
È un mito con un illustre pedigree, risalente almeno ai tempi degli gnostici del I secolo. Gli gnostici credono che un demiurgo malvagio abbia creato il mondo materiale da un’essenza divina preesistente. Creando il mondo a immagine della propria distorsione, si immagina di essere il suo vero dio e sovrano.
Non è necessario credere letteralmente a questo, né credere letteralmente in una cabala malvagia che controlla il mondo per ricavare intuizione da questo mito – intuizione sull’arroganza dei potenti, per esempio, o sulla natura della distorsione che colora il mondo della nostra esperienza.
Cosa rende la stragrande maggioranza dell’umanità conforme a un sistema che spinge la Terra e l’umanità alla rovina? Quale potere ci ha nella sua morsa? Non sono solo i teorici della cospirazione che sono prigionieri di una mitologia. Anche la società in generale lo è. La chiamo la mitologia della separazione: io separato da te, materia separata dallo spirito, essere umano separato dalla natura. Ci tiene come esseri separati e finiti in un universo oggettivo di forza e massa, atomi e vuoto. Poiché siamo (in questo mito) separati dalle altre persone e dalla natura, dobbiamo dominare i nostri concorrenti e dominare la natura. Il progresso, quindi, consiste nell’aumentare la nostra capacità di controllare l’Altro. Il mito racconta la storia umana come un’ascesa da un trionfo all’altro, dal fuoco all’addomesticamento, all’industria, all’informatica, all’ingegneria genetica e alle scienze sociali, promettendo un futuro paradiso di controllo. Lo stesso mito motiva la conquista e la rovina della natura, organizzando la società per trasformare l’intero pianeta in denaro, senza cospirazione.
La mitologia della separazione è ciò che genera quello che in “The Coronation” ho chiamato “inclinazione della civiltà” verso il controllo. Il modello di soluzione è, di fronte a qualsiasi problema, trovare qualcosa da controllare: mettere in quarantena, rintracciare, imprigionare, murare, dominare o uccidere. Se il controllo fallisce, più controllo lo risolverà. Per raggiungere il paradiso sociale e materiale, controllare tutto, tracciare ogni movimento, monitorare ogni parola, registrare ogni transazione. Quindi non ci possono essere più crimini, niente più infezioni, niente più disinformazione. Quando l’intera classe dirigente accetta questa formula e questa visione, agiranno in concerto naturale per aumentare il loro controllo. È tutto per il bene più grande. Quando anche il pubblico lo accetta, non si opporranno. Questa non è una cospirazione, sebbene possa certamente assomigliare a una. Questa è una terza verità all’interno del mito del complotto. Gli eventi sono davvero orchestrati nella direzione di un controllo sempre maggiore, solo che il potere orchestrante è esso stesso uno zeitgeist, un’ideologia … un mito.
Una cospirazione senza cospiratori
Non respingiamo il mito della cospirazione solo come un mito. Non solo è un’importante diagnostica psicosociale, ma rivela ciò che è altrimenti difficile vedere dalla mitologia ufficiale in cui le principali istituzioni della società, sebbene imperfette, ci stanno portando sempre più vicino a un paradiso dell’alta tecnologia. Quel mito dominante ci rende ciechi ai punti che i teorici della cospirazione reclutano per le loro narrazioni. Questi potrebbero includere aspetti quali attività di influenza nelle scelte pubbliche dell’industria farmaceutica, i conflitti di interesse all’interno delle organizzazioni di sanità pubblica, la dubbia efficacia delle mascherine, i tassi di mortalità molto più bassi di quelli ipotizzati, la deriva autoritaria, la discutibile utilità del lockdown, le preoccupazioni per le frequenze non ionizzanti delle radiazioni elettromagnetiche, i vantaggi di approcci naturali e olistici per rafforzare l’immunità, la teoria della bioterrain, i pericoli della censura in nome della “lotta alla disinformazione”, e così via. Sarebbe bello se si potessero sollevare i numerosi punti validi e le domande legittime che le narrazioni Covid alternative portano alla luce senza essere classificate come teorici della cospirazione di destra.
L’intera espressione “teorico del complotto di destra” è un po ‘strana, poiché tradizionalmente è la sinistra che è stata più attenta alla propensione dei potenti ad abusare del loro potere. Tradizionalmente è la sinistra a diffidare degli interessi corporativi, che ci spinge a “mettere in discussione l’autorità” e che di fatto è stata la principale vittima dell’infiltrazione e della sorveglianza del governo. Cinquant’anni fa, se qualcuno avesse detto: “Esiste un programma segreto chiamato COINTELPRO che sta spiando i gruppi per i diritti civili e seminando la divisione al loro interno con lettere anonime e voci inventate”, sarebbe stata targata come una teoria del complotto secondo gli standard di oggi. Lo stesso, 25 anni fa, con “Esiste un programma segreto in cui la CIA facilita le vendite di stupefacenti nelle città interne americane e usa i soldi per finanziare paramilitari di destra in America centrale”. Lo stesso con infiltrazioni governative in gruppi ambientalisti e di attivisti per la pace a partire dagli anni ’80. O più recentemente, l’infiltrazione del movimento Standing Rock. O la cospirazione decennale del settore immobiliare per ridisegnare i quartieri per tenere fuori i neri. Data questa storia, perché all’improvviso è la Sinistra che esorta tutti a fidarsi del “capo”? a fidarsi delle dichiarazioni delle compagnie farmaceutiche e delle organizzazioni finanziate dal settore farmaceutico come il CDC e l’OMS? Perché lo scetticismo nei confronti di queste istituzioni è etichettato “ala destra”? Non è che solo i privilegiati sono svantaggiati dalla quarantena. È devastata la vita di decine o centinaia di milioni del precariato globale. Il World Food Programme delle Nazioni Unite avverte che entro la fine dell’anno 260 milioni di persone dovranno affrontare la fame. La maggior parte sono neri e mulatti in Africa e nell’Asia meridionale. Si potrebbe sostenere che limitare il dibattito alle questioni epidemiologiche sulla mortalità è di per sé una posizione privilegiata che cancella la sofferenza di coloro che in partenza sono più emarginati.
La “teoria del complotto” è diventata un termine di invettiva politica, utilizzata per denigrare qualsiasi opinione divergente dalle credenze tradizionali. Fondamentalmente, qualsiasi critica alle istituzioni dominanti può essere imbrattata come teoria del complotto. In realtà c’è una verità perversa in questa macchia. Ad esempio, se ritieni che il glifosato sia effettivamente pericoloso per la salute umana ed ecologica, devi anche credere – per logica – che Bayer / Monsanto stia sopprimendo o occultando tali informazioni e devi anche credere che il governo, i media, e l’establishment scientifico è in qualche misura complice di quella soppressione. Altrimenti, perché non stiamo vedendo titoli del NYT come “L’informatore della Monsanto rivela i pericoli del glifosato”?
La soppressione delle informazioni può avvenire senza orchestrazione deliberata. Nel corso della storia, isterie, mode intellettuali e delusioni di massa sono venute e sono scomparse spontaneamente. Questo è più misterioso di quanto ammetta la semplice spiegazione della cospirazione. Un coordinamento inconscio dell’azione può assomigliare molto a una cospirazione, e il confine tra i due è sfocato. Considera le frodi sulle armi di distruzione di massa (armi di distruzione di massa) che sono servite da pretesto per l’invasione dell’Iraq. Forse c’erano persone nell’amministrazione Bush che usavano consapevolmente il falso documento “yellowcake” per chiedere la guerra; forse volevano solo credere che i documenti fossero autentici, o forse pensavano: “Beh, questo è discutibile ma Saddam deve avere le armi di distruzione di massa, e anche se non le ha, le vuole, quindi il documento è sostanzialmente vero …” Le persone credono facilmente a ciò che serve ai loro interessi o si adatta alla loro visione del mondo esistente.
Allo stesso modo, i media avevano bisogno di poco incoraggiamento per iniziare a battere i tamburi di guerra. Sapevano già cosa fare, senza dover ricevere istruzioni. Non credo che molti giornalisti credessero davvero nella menzogna delle armi di distruzione di massa. Fingevano di credere, perché inconsciamente sapevano che era la narrazione dell’establishment. Questo era ciò che li avrebbe riconosciuti come giornalisti seri. Questo è ciò che dà loro l’accesso al potere. Questo è ciò che consente loro di mantenere il proprio lavoro e avanzare nella propria carriera. Ma soprattutto, hanno fatto finta di credere perché tutti gli altri facevano finta di credere. È difficile andare contro lo zeitgeist.
Lo scienziato britannico Rupert Sheldrake mi ha parlato di un discorso che ha tenuto a un gruppo di scienziati che stavano lavorando sul comportamento degli animali in una prestigiosa Università britannica. Stava parlando delle sue ricerche sui cani che sanno quando i loro proprietari tornano a casa e di altri fenomeni telepatici negli animali domestici. Il discorso è stato ricevuto con una specie di educato silenzio. Ma nella pausa tè successiva tutti e sei gli scienziati senior che erano presenti al seminario vennero da lui uno per uno e quando furono sicuri che nessun altro lo stava ascoltando gli dissero che avevano avuto esperienze di questo tipo con i loro animali, o che erano convinti che la telepatia fosse un fenomeno reale, ma che non potevano parlarne con i loro colleghi perché erano tutti così ordodossi. Quando Sheldrake si rese conto che tutti e sei gli avevano detto più o meno la stessa cosa, disse loro: “Perché non fate coming out? Vi divertireste tutti molto di più! ”
Sheldrake dice che quando tiene un discorso in un’istituzione scientifica, quasi sempre ci sono scienziati che si avvicinano a lui dopo avergli detto che hanno avuto esperienze personali che li convincono della realtà dei fenomeni psichici o spirituali, ma che non possono discuterne con i loro colleghi per paura di essere considerati strani.
Questa non è una cospirazione deliberata per sopprimere “i fenomeni psichici”. Quei sei scienziati non si sono convocati in anticipo e hanno deciso di sopprimere le informazioni che sapevano essere reali. Mantengono le loro opinioni per sé a causa delle norme della loro sottocultura, i paradigmi di base che delimitano la scienza e la reale minaccia di danneggiare la loro carriera. La persecuzione e la calunnia dirette a Sheldrake stesso dimostrano cosa succede a uno scienziato che è schietto nel suo dissenso dalla realtà scientifica ufficiale. Quindi, potremmo ancora dire che una cospirazione è in corso, ma il suo autore è una cultura, un sistema e una storia.
Lo è oppure è un programma cospirativo deliberato, una spiegazione più soddisfacente per le tendenze apparentemente inesorabili (che non sono affatto iniziate con Covid) verso la sorveglianza, il monitoraggio, il distanziamento, la fobia dei germi, l’ossessione per la sicurezza, la digitalizzazione e la reclusione domestica dell’intrattenimento, ricreazione e socialità? Se l’autore è davvero una mitologia e un sistema culturale, allora le teorie della cospirazione ci offrono un falso bersaglio, una distrazione. Il rimedio non può essere quello di esporre e abbattere coloro che ci hanno opposto queste tendenze. Certo, ci sono molti cattivi attori nel nostro mondo, persone spietate che commettono atti atroci. Ma hanno creato il sistema e la mitologia della separazione o semplicemente ne approfittano? Certamente queste persone dovrebbero essere fermate, ma se questo è tutto ciò che facciamo, e lasciare invariate le condizioni che li generano, combatteremo una guerra senza fine. Proprio come nella teoria della bioterra, i germi sono sintomi e sfruttatori del tessuto malato, così come i sintomi delle cabine cospiratorie e gli sfruttatori di una società malata: una società avvelenata dalla mentalità di guerra, paura, separazione e controllo. Questa profonda ideologia, il mito della separazione, è bel al di là del potere immaginativo di chiunque. Gli Illuminati, se esistono, non sono i suoi autori; è più vero dire che la mitologia è il loro autore. Non creiamo i nostri miti; ci creano.
Da che parte stai?
Alla fine, non ho ancora detto se penso che il mito della cospirazione del Nuovo Ordine Mondiale sia vero o no. Beh, davvero sì, l’ho fatto. Ho detto che è vero come un mito, indipendentemente dalla sua corrispondenza con fatti verificabili. Ma per quanto riguarda i fatti? Dai, Charles, dicci, c’è davvero una cospirazione dietro la cosa di Covid, o no? Ci deve essere un fatto oggettivo della questione. Le scie chimiche sono una cosa vera? SARS-COV2 è stato geneticamente modificato? La radiazione a microonde proveniente dalle torri dei telefoni cellulari è un fatto? I vaccini introducono virus provenienti da colture cellulari animali nelle persone? Bill Gates sta controllando una presa di potere sotto forma di legge marziale medica? Un’élite luciferiana governa il mondo? Vero o falso? Si o no?
A questa domanda risponderei con un’altra: dato che non sono un esperto in nessuna di queste questioni, perché vuoi sapere cosa penso? Potrebbe essere per mettermi da una parte o dall’altra di una guerra dell’informazione? Allora saprai se è giusto godersi questo saggio, condividerlo o avermi nel tuo podcast. In una mentalità di guerra tra noi e noi, la cosa più importante è sapere da che parte sta qualcuno, per non dare aiuto e conforto al nemico.
“A-ha – Charles deve essere dall’altra parte. Perché ha creato una falsa equivalenza tra conoscenze scientifiche rispettabili, basate sull’evidenza e rispettabili da un lato, e teorie della cospirazione sfrenate dall’altro.”
“Aha – Charles deve essere dall’altra parte. Perché ha creato una falsa equivalenza tra propaganda corporate-government-NWO da un lato e coraggiosi informatori e dissidenti che rischiano la carriera per la verità dall’altro.”
Riesci a vedere come può essere totalizzante la mentalità di guerra?
La mentalità di guerra satura la nostra società polarizzata, che prevede il progresso come conseguenza della vittoria: la vittoria su un virus, sugli ignoranti, sulla sinistra, sulla destra, sulle élite psicopatiche, su Donald Trump, sulla supremazia bianca, sul liberale élite …. Ogni parte usa la stessa formula e quella formula richiede un nemico. Quindi, obbligatoriamente, ci dividiamo in noi e in loro, esaurendo il 99% delle nostre energie in un inutile tiro alla fune, senza mai sospettare che il vero potere malvagio possa essere la formula stessa.
Ciò non significa che in qualche modo bandiremo i conflitti dagli affari umani. È mettere in discussione una mitologia – abbracciata da entrambe le parti – che concepisce ogni problema in termini di conflitto. Lotta e conflitto hanno il loro posto, ma sono possibili altre trame. Esistono altri percorsi per la guarigione e per la giustizia.
Una chiamata per l’umiltà
Hai mai notato che gli eventi sembrano organizzarsi per convalidare la storia che hai sul mondo? “L’effetto di selezione” e il “Pregiudizio di conferma” (“Selection bias” e “confirmation bias”) ne spiegano alcuni, ma penso che c’entri anche qualcosa di più strano. Quando entriamo nella fede profonda o nella profonda paranoia, sembra che quello stato attiri eventi confermativi. La realtà si organizza per abbinare le nostre storie. In un certo senso, questa è una cospirazione, ma non quella perpetrata dall’umanità. Potrebbe essere una terza verità che nasconde il mito della cospirazione: la presenza di un’intelligenza organizzativa dietro gli eventi della nostra vita.
Ciò non implica in alcun modo il New Age nostrum secondo cui i pensieri creano realtà. Piuttosto, è che la realtà e la credenza si costruiscono a vicenda, coevolvendosi come un insieme coerente. L’intima e misteriosa connessione tra mito e realtà significa che la credenza non è mai realmente schiava del fatto. Siamo sovrani dei fatti, il che non vuol dire essere il loro creatore. Essere il loro sovrano non significa essere il loro tiranno, mancare di rispetto e dominarli. Il saggio monarca presta attenzione a un soggetto indisciplinato, come un fatto che sfida la narrazione. Forse è semplicemente un piantagrane disturbato, come una semplice bugia, ma forse segnala disarmonia nel regno. Forse il regno non è più legittimo. Forse il mito non è più vero. Potrebbe anche darsi che i violenti attacchi al dissenso sul Covid, usando la macchia della “teoria del complotto”, segnalino l’instabilità dei paradigmi ortodossi che cercano di sostenere.
In tal caso, ciò non significa nemmeno che i paradigmi ortodossi siano tutti sbagliati. Passare da una certezza all’altra salta la terra santa dell’incertezza, del non sapere, dell’umiltà, in cui possono arrivare informazioni autenticamente nuove. Ciò che unisce gli esperti di tutte le persuasioni è la loro certezza. Chi è degno di fiducia? Alla fine, è la persona con l’umiltà a riconoscere quando ha sbagliato.
A coloro che respingono categoricamente qualsiasi informazione che mette seriamente in discussione la medicina convenzionale, le politiche di blocco, i vaccini, ecc…, chiederei: hai bisogno di muri così alti intorno al tuo regno? Invece di bandire questi soggetti indisciplinati, sarebbe male dare loro un pubblico? Sarebbe così pericoloso visitare un altro regno, guidato non dal tuo fedele ministro ma dai partigiani più intelligenti e accoglienti dell’altra parte? Se non hai interesse a usare il tempo per comprendere le seguenti opinioni dissenzienti, va bene. Preferirei essere anche io nel mio giardino. Ma se sei un partigiano di questi argomenti, che male ti farà visitare il territorio nemico? Normalmente i partigiani non lo fanno. Si basano sui rapporti dei propri leader sul nemico. Se sanno qualcosa delle opinioni di Robert F. Kennedy Jr. o Judy Mikovitz, è attraverso l’obiettivo di qualcuno che le sta sintetizzando. Quindi ascolta Kennedy, o se preferisci solo MD, David Katz, Zach Bush o Christiane Northrup,
Vorrei offrire lo stesso invito a coloro che rifiutano la visione convenzionale. Trova i medici e gli scienziati mainstream più scrupolosi che puoi e tuffati nel loro mondo. Prendi l’atteggiamento di un ospite rispettoso, non di una spia ostile. Se lo fai, ti garantisco che incontrerai punti che sfidano qualsiasi narrativa con cui sei entrato. Lo splendore della virologia convenzionale, le meraviglie della chimica che hanno scoperto generazioni di scienziati, l’intelligenza e la sincerità della maggior parte di questi scienziati e il genuino altruismo degli operatori sanitari in prima linea che non hanno conflitti politici o finanziari di interesse che li ponga a rischio, deve far parte di qualsiasi narrativa soddisfacente.
Dopo due mesi di ricerca ossessiva di una narrazione non ne ho ancora trovato una soddisfacente in grado di spiegare ogni punto. Ciò non significa non agire perché, dopo tutto, la conoscenza non è mai certa. Ma nel vortice di narrazioni concorrenti e nelle mitologie disgiunte sottostanti, possiamo cercare azioni che abbiano senso, indipendentemente da quale parte sia giusta. Possiamo cercare verità che il fumo e il clamore della battaglia nascondono. Possiamo mettere in discussione le ipotesi che entrambe le parti danno per scontate e porre domande che nessuna delle due parti sta ponendo. Non identificarsi con nessuna delle due parti ci consente di raccogliere conoscenze da entrambi. Generalizzando la società, portando tutte le voci, comprese quelle emarginate, possiamo costruire un consenso sociale più ampio e iniziare a curare la polarizzazione che sta scatenando e paralizzando la nostra società. (Traduzione di Nicola Cirillo)
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