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Una musica todopoderosa

Una musica todopoderosa

Mi va di interrompere il silenzio estivo ascoltando e segnalando un’opera musicale molto nota: la Misa Criolla che Ariel Ramirez compose nel 1964. Si tratta di una delle prime messe scritte in linguaggio locale moderno, e orchestrata con strumenti popolari (percussioni e strumenti andini, a cui si aggiunge il pianoforte). "Creo en Dios, Padre todopoderoso, creador del Cielo y de la Tierra" è l’inizio del Credo; questo deve essere uno dei motivi per cui appare fortemente spirituale, intima, vicino alla sensibilità di chi l’esegue e di chi l’ascolta.
Ramirez concilia in maniera geniale la componente religiosa con quella folklorica: ogni sequenza della messa si compone di un elemento distintivo della musica popolare sudamericana: il Kyrie apre l’opera con la vidala e la baguala, ritmi popolari nella musica creola argentina; il Gloria è una festa che si consuma al ritmo del carnavalito, una danza argentina; il Credo, è una chacarera trunca; il Sanctus, invece è basato sul Carnaval de Cochahamba, uno dei ritmi rappresentativi del folklore boliviano e, infine, l’Agnus Dei è cantato su una Pampa argentina.

La prima volta che ho sentito l’opera sono rimasto particolarmente colpito dall’esecuzione di Josè Carreras, forse il suo maggior interprete, che già nel Credo conduce a una dimensione spirituale molto forte, la stessa che deve aver ispirato Ramirez nella composizione.

Potremmo anche commentare quello che accade in Italia e nel mondo, arrabbiarci e cercare motivi di speranza, ma anche prendersi qualche minuto da dedicare all’arte può servire a farci sentire più forti. Basterebbe sentire il Kyrie e il Gloria, in sequenza, per avvertire il potere di questa musica.

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