Sono stanco dei dibattiti sulle primarie basate su tutto tranne che su un’idea di Italia, un’idea di cittadino. Per questo sono promotore, insieme a tanti altri, di un programma, un progetto, una speranza da condividere con tanti, perché possa diventare motore politico di questi partiti svuotati di senso. La politica è una cosa bella, nobilissima e richiama tutti a un principio di responsabilità. Ricominciamo per bene, ciascuno da sè, ma non per sè. E’ ancora possibile cambiare, dipende da noi.
«Su la testa: l’Italia ricomicia da te». Abbiamo voluto chiamarlo così, questo gruppo, per volontà di riscatto e di coinvolgimento.
Riscatto: da una rappresentanza politica di sinistra che si è persa nei giochini infiniti delle alleanze e delle ambizioni personali (quando è andata bene); nella conservazione dei propri privilegi e nella corruzione (quando è andata male). Comunque, perdendosi per strada le idee e i progetti per un’Italia migliore.
Coinvolgimento: perché forse non saremo il 99 per cento, come dicono gli attivisti di Occupy, ma almeno il 51 sì, come si è visto agli ultimi referendum e alle elezioni di Milano, Napoli, Genova e Cagliari, ad esempio (ma non solo): che non sono state vittorie del ‘massimalismo’, ma al contrario la prova che cambiare si può, semplicemente con idee buone e proposte concrete per realizzarle.
Ma riscatto e coinvolgimento significano anche, per noi, non rassegnarsi e non arrendersi: né alla tentazione di astenersi «tanto non cambia niente», né alla presunta ineluttabilità dell’ingiustizia sociale e civile, né all’impossibilità di proporre e realizzare idee forti.
Anzi, mai come adesso – nel secolo della globalizzazione e dei grandi poteri economici mondiali – la buona politica ha bisogno di idee forti: e quelle tiepide sono solo un alibi di chi non vuole cambiare niente, perché in fondo gli va bene così.
Noi non crediamo che la qualità della vita sia misurabile solo con i valori del denaro e del benessere. Crediamo che la felicità che ognuno di noi cerca di raggiungere come singolo dipenda anche dalla felicità di chi ci sta vicino. E per la stessa ragione vogliamo immaginare una società diversa, dove i valori fondanti della solidarietà, della cooperazione, del welfare siano veramente condivisi e non solo parole per addetti ai lavori.
Alcuni indispensabili chiarimenti, a questo punto.
«Su la testa: l’Italia ricomicia da te» non è il centosettantottesimo partitino della sinistra: è un gruppo di pensiero, di azione e di pressione trasversale nel quale fin dalla nascita convergono persone di provenienza, età, professione e cultura diverse, il cui obiettivo comune è stato mettersi insieme per non rassegnarsi – appunto – né all’astensione né all’eterno ricatto del ‘meno peggio’.
Nessuna delle oltre cento persone che hanno dato vita a «Su la testa: l’Italia ricomicia da te» ricopre o ha mai ricoperto ruoli politici di rilievo: la grandissima maggioranza, anzi, non è mai stata iscritta a nessun partito e ha votato «un po’ dappertutto» a sinistra. Molti invece hanno già “fatto politica” indirettamente: nelle associazioni, nei quartieri, nei movimenti, attraverso la Rete o in altri modi.
Qual è lo scopo di tutto questo?
Intanto esserci, coinvolgervi, chiamarvi. Sulla base di un manifesto che espone le ragioni del nostro “entrare in politica” e di una bozza di Carta con cui spieghiamo come, ad esempio, molte cose potrebbero (dovrebbero) ragionevolmente essere cambiate.
Il manifesto è la nostra identità, la ragione del nostro esporci; la Carta invece è ancora una base di lavoro: sicuramente integrabile e migliorabile, con l’aiuto di chi vorrà esserci.
Per questo chiediamo a chi è interessato a questo progetto di sottoscriverlo. Chi lo desidera, poi, troverà nel sito uno strumento per collegarsi con altre persone che hanno aderito e per promuovere insieme attività concrete on line e sul territorio. Vogliamo fare pressione con la nostra intelligenza, con le nostre idee e con il nostro tempo: finita l’epoca in cui le pressioni erano esercitate con il denaro, con le lobby e con i favori.
Infine: no, non proporremo il settimo o l’ottavo candidato alle primarie. Semmai staremo con il fiato sul collo a tutti i candidati, perché l’obiettivo della sinistra non dovrebbe essere «alzati tu che mi siedo io», ma cambiare in meglio l’Italia. Saremo appunto gruppo di pressione, di spinta e di controllo. Di elaborazione ma anche di azione.
Poi si vedrà. D’altro canto, tutti insieme siamo almeno il 51 per cento.
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