Andrea, nella canzone di Fabrizio De André, aveva perso un amore in una guerra, e aveva in bocca un dolore, la perla più scura. Mauro Biani, nel progetto “Come una specie di sorriso” disegnò Andrea con la bocca nascosta in un cuscino, perché l’amore “che non osa pronunciare il suo nome” genera un dolore che non può essere condiviso, quindi neppure consolato. Ho pensato a quest’immagine vedendo il video del giovane Marco Alemanno che leggeva “Le rondini” al funerale di Lucio Dalla. Ho visto quella perla scura nella sua bocca, e avrei voluto abbracciarlo, scacciando gli sciacalli che hanno cominciato ad appostarsi intorno a lui, e che lo vogliono “compagno”, “amante”, “amico”, “collaboratore” di Dalla. I paladini dei diritti civili, oggi, infieriscono usando questo “caso” personale per una battaglia politica (nella migliore delle ipotesi) o per guadagnarsi qualche minuto di popolarità (nella peggiore). Ma senza il rispetto dei sentimenti quale “civiltà” pensano di costruire?
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