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Traduzioni infedeli

I giornalisti della Rai trattano il sesso con un certo imbarazzo, misto a bigottismo. Anche qui, però, la Radio si dimostra molto più emancipata dei telegiornali di Stato. Venerdì scorso tornando a casa ascoltavo uno dei miei programmi preferiti: Alle otto della sera. Si parlava dell’industria erotica in Giappone, del mercato del sesso, della censura e della pornografia. Una bravissima lettrice si addentrava nei dettagli più espliciti dell’argomento con un linguaggio puntuale ed elegante, direi quasi democratico (data l’eterogeneità del pubblico degli ascoltatori), forse un tantino scolastico (come si fa a parlare degli “umori” conseguenti all’amplesso?). Ben poca cosa, però in confronto a quanto fatto dal TG2 dell’altra sera: commentando gli spot “piccanti” che l’Unione Europea ha prodotto per promuovere il cinema europeo, la giornalista si è ritrovata a tradurre il claim “Let’s come together” con “Godiamocelo insieme“. Scabrosissimo!

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