Non sono grillino. Anzi, già in tempi non sospetti (quasi dieci anni fa) ho dichiarato tutto il mio scetticismo sul suo ruolo nella comunicazione e nella politica. Ma io Beppe Grillo lo ringrazio e lo difendo. Non credo che lui sia la soluzione ai problemi del nostro Paese, ma di certo non è il problema. Il problema è un sistema di forze compatte intorno ai partiti. Tutti i partiti, nessuno escluso. Dobbiamo ringraziare anche lui e il Movimento 5 stelle se questo sistema è stato messo a nudo, rivelando una serie di collusioni e opportunismi che hanno finito per instaurare una nuova aristocrazia che sta affondando il Paese. E dobbiamo ringraziarlo anche per aver sollevato – lui per primo (e per unico, se non avesse avuto – poi – un seguito così ampio presso i cittadini e glia ltri non avessero deciso di seguirlo) temi politici che i partiti, non certo per distrazione, si erano scordati di sollevare di fronte all’opinione pubblica, come l’acqua “bene comune”, la necessità di energia rinnovabile, l’importanza della diffuzione del web (e quindi della conoscenza). Lo ringrazio perché rafforza la coscienza critica all’interno dei partiti: i pochi episodi positivi recenti che vedono protagonisti i partiti devono qualcosa a Grillo. Io per questo lo ringrazio. E lo difendo dagli attacchi dei media, che sono stati capaci di mistificare ogni azione, ogni parola, ogni “fatto” di Grillo, pur di riportarlo nei ranghi dell’inoffensività. E poi pretendere il “dialogo”, il “confronto”, la “collaborazione”. E difendo i cittadini del M5S, che sono entrati in politica in alcuni casi senza tutti gli strumenti necessari, ma con le migliori motivazioni, le più condivisibili (motivazioni che si faticano a trovare nei partiti). Io non sono grillino, e credo nel ruolo dei partiti, ma ho capito che per “dialogare” con il M5S bisogna soprattutto ascoltarli, perché in fondo da insegnare i partiti non hanno proprio niente, ma hanno tanto, ma tanto da imparare.
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