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Notte d’agosto

Appena ci siamo incontrati, dopo anni, mi dici che sono invecchiato. E’ vero. Guarda questi capelli bianchi sulle tempie: lo avresti mai detto ai tempi del liceo che mi avresti ritrovato così? Tu invece sei sempre così bella; hai gli occhi più piccoli, ma sempre luminosi. I tuoi seni sono meno prorompenti, il tuo sorriso è leggermente corrotto da chissà quante sigarette, ma seduce e riscalda il cuore di chi ti ascolta

E dopo aver chiacchierato a lungo mi dici che sono invecchiato senza crescere. Che bel complimento, amica mia. E’ che continuo ad aspettare cose strabilianti, come se la realtà e l’esperienza non trovino in me terreno fertile.

Che bello rivedersi dopo tanti anni e non dover rincorrere i ricordi per confermarci l’affetto. E invece parlare del presente e del futuro. Del tuo ultimo amante che si drogava di menta, del giorno della tua laurea che inviterai solo me, e che forse è vero che siamo invecchiati; ma non sono i capelli bianchi a dircelo, nè i tuoi vestiti più sobri. E’ invece questo stare qui in paese, una sera d’estate e starci bene. Senza musicisti sui marciapiedi e senza aperitivi fluorescenti. A trent’anni suonati dirsi: è tardi, poi i miei si preoccupano se non mi vedono rientrare. E’ questo preservare i nostri vecchi dalle bugie dei grandi. Che bello contare le stelle con te, amica mia, questa notte d’agosto.

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