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Ma che musica, maestro!

“Siamo in crisi, siamo in crisi, non si vende niente: la canzone è buona quando è deficiente” dice Grazia Di Michele, prendendo in giro i discografici in “Tutta colpa dell’inciso”, canzone pubblicata tramite un’etichetta indipendente.

Il mercato discografico è davvero in crisi, forse perché non c’è più nessuna corrispondenza tra i dischi pubblicati e la musica.

L’introito maggiore per le case discografiche sembra derivare dai diritti ricavati dalle suonerie per cellulari e dalla musica scaricata (legalmente) da internet: si producono e promuovono, quindi, solo canzonette dal ritornello facilmente replicabile in una suoneria telefonica o adatte a un pubblico Napster.

La notizia di questi giorni è che Gigi d’Alessio è il primo vincitore del “File d’oro”, l’equivalente dell’obsoleto “disco d’oro”, perché il suo disco (o meglio “prodotto musicale”) è stato scaricato legalmente 50.000 volte da internet (quindi immaginiamo 500.000 mila volte illegalmente). Come fanno gli autori come Franco Battiato o Mariella Nava ad affidare alle loro canzoni suggestioni elettroniche (il primo) o un leggero preludio (la seconda)? Il costo che pagano è altissimo: nessun passaggio radiofonico, nessun passaggio televisivo, insomma nessuna promozione e quindi vendite ridotte. E mentre Battiato si finanzia coi diritti del Cinghiale Bianco, la Nava partecipa a un reality show: Music Farm. Poveri musicisti.

La generazione MTV si educa musicalmente con i programmi televisivi del sabato (quando non si va a scuola): Top of the Pops, CD Live, Amici della De Filippi. Un tripudio di suonerie nokia che si mischiano alle urla dei ragazzi alienati dalle note di Max Pezzali, Laura Pausini, Tiziano Ferro. In quelle note è contenuto anche l’unico messaggio morale che possono ricevere e non si desume dalla narrazione di una storia o da evocazioni poetiche, ma dai verbi usati all’imperativo: “Cogli l’essenza e lascia l’apparenza”, “Segui il tuo cuore”, o “Fa’ come ti pare”…

“Siamo in crisi, siamo in crisi, non si vende niente: la canzone è buona quando è deficiente”

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