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Rumeno morde un cane

Rumeno morde un cane

Donna aggredita. Fermato ventenne”, “Ragazza colpita da un pugno. L’aggressore si pente”. La formula dei giornali è sempre la solita da un po’ di anni a questa parte: quando lo straniero è il carnefice diventa soggetto di una frase attiva e sempre caratterizzato da un aggettivo di origine: “Rumeno violenta una venticinquenne”, “Immigrato spara alla folla”. Quando lo straniero è vittima (magari di un italiano) scopriamo il suo paese d’origine solo all’interno dell’articolo. E per non dire troppo dell’aggressore si usa la forma passiva. Insomma i soggetti sono sempre gli stranieri, sia che colpiscano, sia che “siano colpiti”, ma in quest'ultimo caso si tace sull'origine. Come il caso della RUMENA di 32 anni, infermiera professionale a Roma, aggredita da un ventenne ROMANO. Se persino i giornali sono così xenofobi, come possiamo biasimare il sessantenne ROMANO che riferendosi all’accaduto ha raccontato che la vittima “se l’è cercata. L’ha addirittura chiamato porco!”. Per fortuna ci sono – come sempre – le eccezioni, come quel gruppo di giornalisti che ha messo in piedi un osservatorio sul linguaggio razzista dei giornali: Giornalisti contro il razzismo.

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