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Una Fondazione per Teresa Buonocore

Una Fondazione per Teresa Buonocore

C'è una gigantografia che mi piacerebbe vedere esposta nelle piazze e tra le "bacheche" di Facebook. Ritrarrebbe una giovane donna in pantaloni rosa, camicia bianca sbottonata sul collo, capelli lunghi e un sorriso genuino. La foto di Teresa Buonocore. Un nome forse troppo comune per entrare nell'immaginario collettivo come un'eroina dei nostri tempi, ma che non sfigurerebbe accanto a quelli più esotici che abbiamo imparato a pronunciare in questi anni, come quelli di Neda Agha Salton, Anna Politovskaja, Sakineh Mohammadi Ashtiani. Teresa è stata massacrata qualche giorno fa da due killer alla periferia di Napoli. La sua colpa è quella di aver testimoniato al processo contro il vicino di casa, Enrico Perillo, il pedofilo che ha molestato la sua bambina di 8 anni.
Dopo aver subito minacce e intimidazioni Teresa non era tranquilla, ma ha voluto evitare ad altre bambine la violenza che non aveva potuto risparmiare alla propria, e con coraggio ha distrutto la gabbia di omertà che ricopre la sua città. E le quotazioni della sua vita sono scese vertiginosamente: alla moglie e al fratello di Perrillo sono bastati 5.000 euro per assoldare due killer e ordinarne l'uccisione.
"Un regolamento di conti della camorra" hanno intitolato i giornali il giorno dopo, un po' per le modalità della barbara uccisone, un po' per un pregiudizio sociale nei confronti di una realtà che non sembra offrire altri esempi di cronaca. E invece si è trattato semplicemente di un atto di vigliaccheria nei confronti di una donna e di una società migliori.
L'eroismo non è sovraumano. Denunciare l'aguzzino, le cui figlie frequentano la stessa scuola delle proprie bambine, è un grande atto di coraggio. Credere nel diritto e nella giustizia in un Paese come l'Italia, in una città come Napoli, e lottare per la loro affermazione, oggi è un atto eroico. Teresa Buonocore è parte di un universo clandestino popolato di donne offese, violate, costrette a strazianti silenzi. Il suo omicidio vorrebbe essere un'umiliazione dei valori di onestà, di verità e di giustizia, impartita da parte del mondo criminale. E invece la condanna di Enrico Perillo a 15 anni di carcere e i prossimi processi che vedranno imputati i due killer e i due mandanti di quest’ultimo omicidio, sono un esempio per tante altre donne. Un invito a vincere la paura, a rompere il silenzio, a trasformasi da donne d'onore in donne di libertà e d'amore.
Non rendiamo vano il sacrificio di Teresa: chiediamo alle Istituzioni locali e al Ministero delle Pari opportunità la creazione di una borsa di studio per le figlie di Teresa rimaste orfane e la realizzazione di una Fondazione a suo nome, per tutte le donne vittime del silenzio omertoso.
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