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Elettori di destra per politici di sinistra

Sono appena rientrato dalla serata “Un palco per Firenze, una serie di incontri che il Corriere Fiorentino dedica al confronto sulla vita musicale di Firenze. Questa sera ll dibattito si svolgeva nel Caffè letterario Brac e l’ospite era Matteo Renzi, sindaco democratico della città. Non conosco bene Renzi o meglio “Matteo”, come lo chiamano tutti. Diciamo solo che la sua provenienza dal corporativismo cattolico di CL mi ha sempre viziato un giudizio sereno, ma anche che ogni volta che l’ho sentito discutere mi è sembrato un conversatore piuttosto brillante e, elemento non secondario, rappresenta un punto di rottura con la classe dirigente del PD. Insomma, tendenzialmente mi fiderei.
Ieri sera ero a bere del vino in quello stesso locale e ho potuto osservare meglio i suoi avventori: ragazzi con uno stesso identico stile, creato da un look minimalista che ricorda vagamente gli anni 70, montature di occhiali eccessive, magrissimi e vestiti di cardigan attillati. Metrosexual, direi, se fossi sicuro di quello che questa parola vuol dire esattamente. E forse ci starebbe tutta. Oppure Radical chic, come si sente dire con più disinvoltura. Perchè soffermarsi su questo particolare? Perchè gran parte del pubblico stasera era composto da ragazzi e ragazze di quest’aspetto. Tutti elettori di Matteo Renzi, a giudicare dall’entusiasmo con cui è stato accolto. Ebbene.
Ebbene, mentre “Matteo” alternava buona retorica e buon umorismo, il suo pubblico fremeva per presentare le sue istanze. Mentre “Matteo” raccontava della triste sensazione che ha avuto nel vedere i bambini incarcerati e si lasciava andare a un giustissimo “e bisognerebbe che i bambini non mettano mai piede in un carcere”, il  suo pubblico commentava “e bisognerebbe piuttosto che non mettan piede sulle strade e che chiedan l’elemosina!”. Così mentre  “Matteo” ribadiva “è vero. Ai genitori che consentono quest’accattonaggio, bisognerebbe togliere la patria potestà”, il pubblico rispondeva “e te tu come voi fare? E so tutti rumeni! Un l’hai mica la giurisdizione per quelli lì”. E toccava a “Matteo” ricordare che ci sono accattoni anche italiani, e che comunque, prima di generalizzare e criminalizzare, è sempre meglio strudiare il fenomeno.
E poi l’argomento degli schiamazzi notturni. Anche lì una parte di pubblico incattivito: “e se te tu fai un po’ di rumori, e ti chiaman i vigili e devi correre anche a spostare la macchina perchè sei in ZTL. E magari so quelli che poi c’hanno anche la bandiera pace sulla finestra sti qui che chiamano. Ha’ capito?”. E via con la fiera della legalità a intermittenza e dell’attacco agli “estremisti ipocriti”.
Ecco, ho pensato che è una gran fatica per un amministratore di sinistra  governare un territorio che esprime questo popolo come elettori. Ho pensato che quei figli di papà che frequentano il caffè letterario per sfogliare vogue (con interesse) e libri di cinematografia (con qualche sforzo) non hanno nessun nesso con la cultura, nè con la sinistra. Ho fatto questi pensieri radicali e snob. E così mi sono ritrovato a essere molto, ma molto più snob di loro. Ma non è che la cosa mi faccia poi tanto piacere.

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