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Cover boy

Cover boy

Questo fine settimana ho visto un film bellissimo, Cover boy, di Carmine Amoroso. Un film scarsamente distribuito nonostante al box office italiano si fosse preannunicato come best seller (è stato il film più visto del 2008 considerando l’incasso medio a copia: era uscito con solo 7 copie) e nonostante fosse nella cinquina dei film italiani in lizza per la candidatura agli Oscar come miglior film straniero. E’ la storia di un’amicizia intensa tra un trentenne italiano (interpretato da un bravissimo Luca Lionello) e un ragazzo romeno (Eduard Gabia), che si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto e condividere i disagi di una società sempre meno equilibrata e solidale: due solitudini disperate e in cerca d’amore, che si incrociano con altre due solitudini sofferte, ma più ciniche e spietate (Luciana Litizzetto e Chiara Caselli).
La scrittura del film evidenzia le conseguenze della crisi della società occidentale (nonostante il film sia stato scritto nel 2004 e sia uscito "non ufficialmente" già verso la fine del 2006), senza retorica e senza morbosità. Ottima regia, ottimi attori, fotografia impeccabile, ma soprattutto una buona sceneggiatura. Un film di respiro internazionale, che secondo me avrebbe avuto più chance di "Gomorra" nella corsa agli Oscar.
Falcidiato da una legge sui tagli alla cultura, con effetti stranamenti retroattivi, dell’originario finanziamento da un milione di euro ha ottenuto solo 300 mila euro. Così è stato girato in modlità "low-cost" e non ha avuto promozione, scomparendo dalle sale nel giro di pochi giorni. Io ho avuto la fortuna di vederlo nel corso di un Festival cinematografico; in sala era presente anche il grande Silvano Agosti, che ha apprezzato il film al punto che ha deciso tenerlo in programmazione nel suo cinema romano per tre mesi. Per chi non abita a Roma, c’è sempre il DVD.

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