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Etica nel lavoro – il caso Esselunga

Bernardo Caprotti, proprietario di Esselunga, è un amico di Berlusconi e suo alleato nella battaglia contro le “Cooperativa rosse”. Con il libro best-seller “Falce e carrello” ha inteso denunciare la sua difficoltà di accesso al mercato della grande distribuzione in alcune regioni, dove a – suo dire – vige un accordo tra Coop e politica. I fatti citati dal libro, tutti confutati da Coop Italia e dagli esponenti politici coinvolti, non sono stati rilevanti in termini giudiziali. Su questa querelle, ancora aperta, sorvolerei: potete comprare il libro…è in vendita (anche sugli scaffali delle Coop).

Vorrei parlare invece dell’etica in azienda. Ho avuto una breve esperienza di lavoro nella Coop e sono un socio “consumatore” da tanti anni. Nel breve training che ho ricevuto ho potuto condividere alcuni valori fondanti della Coop, tra questi la massima attenzione ai lavoratori e ai consumatori.

All’Esselunga, invece, è già la seconda volta che a un dipendente viene impedita la pausa. Una cassiera con insufficienza renale è stata costretta a stare seduta alla cassa fino alla fine del suo turno; solo allora ha potuto cambiarsi (dato che se l’era fatta addosso). Il fatto si è ripetuto ieri in un altro supermercato del gruppo, protagonisti altri due dipendenti.

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