Il Ministro Brunetta decise di autocelebrarsi bandendo un concorso pubblico di satira che avesse come tema “il Ministro Brunetta“. Facendo finalmente outing sulla sua magnanimità e apertura mentale invitò anche i disegnatori a essere perfidi: “Mi raccomando, siate cattivi: non ne possiamo più di raccogliere solo consensi!” Che vuoi farci? Mauro Biani ci ha pensato, ma non si riesce ad essere cattivi con Brunetta. In fondo i suoi provvedimenti sembrano perfino giusti.
Però Mauro Biani, che è un grande disegnatore e un uomo sensibile, pensando e ripensando avrà visto quel fannullone del suo vicino di casa, buttato su una poltrona e cassintegrato; avrà pensato alle ore di TV che si sorbisce a causa della sua “pigrizia forzata” e avrà pensato alla potenza mediatica con cui questo governo è riuscito a far passare per “innovativi e efficientisti” alcuni concetti universali come “il senso di responsabilità”, mentre ha trascurato di lavorare per l’affermazione di un diritto costituzionale quale è il diritto al lavoro. Allora un po’ di amarezza gli è venuta. Mauro scrive per “Azione non violenta”, è un educatore professionale, lavora coi disabili ed è redattore di Peacelink. Ma il personaggio della sua vignetta no, non è un non-violento. Il suo personaggio vive di stipendi rosicati e di arene televisive e ha davvero poche alternative per tirare a campare. È un disperato che fraintende l’appello di Ministro e vince la sua pigrizia: da fannullone diventa attivo, forse troppo, e punta una pistola, minaccia una violenza, un’omicidio. Come ha fatto quella donna che a Lecco ha ucciso il marito mentre guardavano “C’è posta per te” o quell’operaio della Thyssen che si è ammazzato perché non gli hanno rinnovato il contratto. O come ha fatto quello studente finlandese che ha sterminato in una scuola 10 suoi compagni (vicenda a cui si ispira il disegno incriminato).
Esempi non pretestuosi, perché sono di questi giorni, come la vignetta di Mauro Biani. E ci fanno riflettere: cosa rende la nostra società così violenta? Davvero è colpa di una vignetta su un giornale di satira letto da una ristretta cerchia di persone colte (perché, dispiace ammetterlo, ma questo è diventato l’Unità)? Non credo. Credo invece che riceviamo moltissimi stimoli alla violenza soprattutto dai mass media, che non fanno altro che inasprire le situazioni di disagio in cui versano moltissimi esseri umani. In fondo Corriere e Repubblica non hanno esitato a mettere in prima pagina la foto del giovane omicida finlandese, con lo sguardo truce e minaccioso. Non è voyerismo questo? Non è forse istigazione alla violenza dare tanta ribalta a mitomani criminali? E non fanno satira questi quotidiani, ma formano l’opinione pubblica, la condizionano.
E c’è tantissima istigazione alla violenza nelle parole di molti nostri politici che quotidianamente riempiono i salotti televisivi; contro gli immigrati, contro le prostitute, contro i rom, contro i lavavetri, contro i magistrati, contro gli omosessuali, contro i fannulloni, contro i meridionali; con toni accesi ed espressioni pulp che spesso rivelano un’ignoranza imbarazzante. Nei migliori casi si dichiarano indulgenti nei confronti dei crimini fascisti e delle “guerre giuste”. E non sono autori di satira questi politici, ma sono coloro che hanno responsabilità di governo.
Forse è più rassicurante per tutti dare visibilità a vignette che diano uno rimbrotto al Ministro Brunetta e nello stesso tempo ricordino a tutti i benefici dei suoi provvedimenti. Così un concorso pubblico (pagato con i soldi dei cittadini italiani) premia vignette bonarie e divertenti. Sì, è vero, fanno ridere più della vignetta di Mauro Biani: la vignetta di Biani rappresenta un’Italia che non vorremmo, una cultura primordiale e istintiva che molti politici alimentano quotidianamente con opere e omissioni.
Se per tutto questo Mauro Biani non vincerà il Brunetta d’oro, pazienza: di premi (quelli veri) ne ha vinti già abbastanza.
Qui trovate (in fondo alla pagina) le vignette premiate per il concorso “Disegni contro Brunetta”. Qui il disegno cattivo e violento di Mauro Biani. Vederli in sequenza rende ancor meglio l’idea di cosa sia l’arte della satira, che non serve a rassicurare, ma a scuotere. Ecco il senso del bel disegno di Mauro Biani, che forse, anche grazie al clamore mediatico innescato dall’On. Gasparri, oggi farà riflettere un po’ tutti. Compresi i politici.
7 Comments