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Fiducioso

Nonostante Berlusconi e Bossi si accingano a governare il Paese, io sono abbastanza fiducioso. Non perché creda che questa destra potrà migliorare la situazione italiana (l’abbiamo sperimentata per tanti anni e abbiamo visto che è stata capace di creare privilegi alle classi ricche e al clero, di garantire impunità ai mafiosi, e soprattutto imporre un’etica dell’apparenza). Sono fiducioso perché se è vero che una grande parte degli italiani (male informata) ha votato un’illusione, un’altra parte ha votato con consapevolezza per il cambiamento. Forse semplicemente mi piace pensarlo. Forse è sempre il solito discorso della sinistra boriosa e saccente, che crede di stare dalla parte della verità e ritiene di possedere una “supremazia morale”. Forse. Sta di fatto che mentre con i miei amici (di sinistra) continuo a discutere di progetti, di infrastrutture necessarie, di imposizione fiscale, di libertà di informazione, di sicurezza, di ecosistema e di consumi critici, coi due elettori di destra con cui ho avuto il piacere di intrattenermi ho potuto prendere atto che uno (di Napoli, residente a Pavia) ha votato Lega perché così finalmente faranno il “ponte sull stretto”, mentre l’altro auspicava un ritorno al “rigore morale”: “sai come ho chiamato il mi’ cane? Benito!“).
Insomma, credo che una parte degli elettori sia matura, responsabile e disposta a sacrificare “le lotte ideologiche” della sinistra (come dimostra l’analisi dei flussi elettorali) per affrontare più plausibili “battaglie politiche“.
Ma sono fiducioso anche perché sento un grande fermento sociale. E’ vero che ci esprimiamo politicamente con il voto, ma è anche vero che ogni giorno possiamo fare politica: non è necessario fare comizi o suonare campanelli. E non è necessario che le nostre idee di pace, laicità, rispetto per l’ambiente, tolleranza siano rappresentate negli Organi Istituzionali, da questo o da quel partito. Certo, sarebbe meglio che le Istituzioni ne favorissero la diffusione, ma è importante anche che siano rappresentate nella nostra vita, con le nostre azioni, con le nostre parole.
Possiamo condurre un’esistenza più “critica”, fare delle scelte sulla base delle nostre idee, agire in maniera più consapevole. Aderire a un Gruppo di Aquisto Solidale (GAS), promuovere una corretta informazione sulla destinazione dell’8xmille, fare vacanze “intelligenti”, seguire alcune regole per il rispetto dell’ambiente, darsi da fare nell’associazionismo, esporre una bandiera della pace, imporsi di non guardare le reti Mediaset…
Io vedo che queste idee si stanno diffondendo, lentamente e inesorabilmente.
Persino il mio collega fascista ha abdicato e si è iscritto alla Coop: “saranno comunisti, ma vendono la roba bona della mi’ Toscana“. Ecco, vaglielo a spiegare che la “Coop sei tu”, che ora si sta dando del comunista da solo.

A proposito segnalo un’iniziativa di Paparazzin: le cinque cose per cui vale ancora la pena di pensare e vivere a sinistra.

 

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