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Galactica

Battlestar Galactica

In questi ultimi tempi mi sono appassionato a una serie televisiva canadese: Battlestar Galactica. E’ difficile spiegare come sia successo, perché in genere non sono mai riuscito ad andare oltre il terzo episodio di nessun telefilm. Credo che tutto sia cominciato quando un mio amico, sulle riflessioni scaturite da questo mio vecchio post, mi ha prestato "Abissi d’Acciaio", uno dei quattro romanzi del "Ciclo dei robot" di Isaac Asimov. Il libro, scritto nel 1953, l’ho trovato stupefacente, profetico: lo etichettano come un romanzo di fantascienza, ma in realtà Asimov si rivela un grande speculatore sociologico e gli scenari fantastici, magnificamente resi, passano davvero in secondo piano.
Battlestar Galactica fa chiaro riferimento ad Asimov e ai suoi "cicli letterari": robot umanoidi, (del tutto simili a Daneel Olivaw), pianeti colonizzati, salti iperspaziali, la ricerca di un leggendario pianeta Terra. Ma il punto di contatto più evidente con Asimov è proprio la scrittura, attenta a investigare l’uomo e la sua naturale inclinazione a progettare il proprio futuro, tra paura e speranza. 
Da una parte l’umanità col suo carico di passioni (amore, egoismo, paura, …) e le sue domande esistenziali da tenere a bada quotidianamente attraverso la Scienza e la Fede, dall’altra parte i Cylons (i robot umanoidi) esseri estremamente razionali, figli solo di una parte dell’uomo (quella tecnica, razionale), che non hanno domande, ma solo risposte (come diceva Picasso), e agiscono senza uno scopo morale.
La battaglia tra queste due forze avviene in scenari futuri (a cui, a dire il vero, ci stiamo avvicinando sempre più rapidamente; un segnale evidente potrebbe essere questa notizia che oggi riporta il Corriere), ma è evidente che si tratta di una battaglia senza tempo, tutta interna all’uomo, alla sua coscienza individuale e sociale.
La psicologia dei personaggi è descritta in maniera chiara e approfondita: Gaius Balter è un brillante scienziato, ma è vittima del suo egoismo; Kara Thrace, un’emozione in un corpo di donna, eroe di guerra, trova nella conversione al machismo una risposta alle sofferenze dell’amore; Laura Roslin è il presidente supremo e il sacerdote, donna sola e determinata ad affermare il buon senso, a dispetto delle logiche politiche. I Cylons sono rappresentati come fredde macchine, perfette e razionali, costruite a somiglianza degli uomini, e che nelle passioni denunciano "difetti di fabbricazione".
La trama è avvincente, ricca di colpi di scena ben congegnati. La recitazione è superba (nel cast compaiono attori di rilievo, rubati alla cinematografia e in alcuni casi come quelli degli eccellenti Edward James Olmos e Mary McDonnell, premiati persino con Oscar o nominations), la regia è perfetta e gli effetti speciali danno una grande credibilità alle ambientazioni.  

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