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Le vigne

Per le "vigne" di Mauro Biani il 2007 è un’ottima annata

Mauro Biani è stato uno dei miei primi "link". Era il 2004 e dopo varie avventure nel web scoprii i blog e splinder, così facili da gestire e in grado di creare una vera community, un luogo di incontro. Quest’illustratore, sconosciuto e colorato, è stato uno dei primi interlocutori con cui ho deciso di fermarmi a discutere. Lui “parlava” di pace e di solidarietà, muoveva l’obiettivo verso scenari inusuali per l’informazione tradizionale: erano gli scenari in cui si combattono guerre di sopravvivenza, fotografie dell’umanità più sfortunata, ritratti dell’infanzia negata, della femminilità violentata, dei precari senza un futuro da sognare, dei soldati che combattono senza alcuna motivazione. Cronache dalle quali fuggiamo, un po’ per paura, un po’ per senso di colpa. Paure e sensi di colpa che i mass media tradizionali sanno esorcizzare proponendoci un continuo flusso di notizie inutili, senza significato. 
–br–

In questi giorni, commentando il meritatissimo Premio della Satira Politica di Forte dei Marmi, hanno detto di lui che è un “fustigatore”, che la sua satira è un “rutto ringhioso” o, ironizzando, una “scorreggia balsamica”. Probabilmente un autore di satira si compiace quando gli dicono che  è irriverente, libero, pericoloso per il regime; è lieto di sentire che la sua matita sia percepita come una spada affilata da temere. La querela di un politico lo consacrerebbe più di mille premi. Mauro Biani è anche questo: riesce a ridicolizzare i potenti, a mostrare la nudità del re. Ma io credo che il suo grande merito sia quello riuscire ad affrontare argomenti scomodi o dolorosi con un linguaggio dolce, attento ai sentimenti, solidarizzando con i poveri, gli ultimi, i sofferenti e restando sempre fedele alla sincerità della sua ispirazione. Mauro non parla solo ai politici o ai personaggi affermati: parla a tutti noi. In questo è veramente un anticonformista. Non ha bisogno di puntare il dito, gli basta sollevare il velo, far vedere a noi tutti quello che il suo sguardo sensibile riesce ancora a scrutare. Ecco perchè scuote le nostre coscienze. I suoi disegni hanno linee morbide, colori accesi. Quanti bambini vediamo nelle sue vignette! E quanti giocattoli, spighe di grano, fiori, bandiere della pace: oggetti quotidiani e vivi, a cui a volte attribuisce un significato simbolico aggiuntivo. I suoi personaggi non urlano, non esprimono opinioni, si limitano a parlare del fatto, spesso in prima persona; e pure ciascuno nella personale esperienza, con la propria singola voce, è parte di un linguaggio corale che non puoi non ascoltare, perché è intessuto di un’armonia in cui siamo tutti coinvolti: i disegni di Mauro mi fanno provare una forte nostalgia dell’innocenza, della semplicità che a volte mi sembra aver del tutto smarrita, dell’ingenuità che dovrebbe meravigliarmi del mondo. E chissà che questa nostalgia non mi porti davvero a migliorarmi.

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