Skip to content

L’abbraccio

Avresti dovuto esserci quel giorno: tra le persone accorse a Genova avresti visto quella folla di disperati stanati dai camper, dai sottopassaggi di periferia, vestiti senza moda. C’erano tutti ed erano migliaia:  zingari, battone, tossicodipendenti, transessuali, barboni. Un fiume di uomini e donne che a quell’ora, in quella piazza, non avresti mai incontrato. E non li avresti mai visti così, variopinti e straziati, camminare con lo stesso passo accanto ai borghesi. Quel giorno ci siamo sentiti tutti più soli, e tutti più fratelli, come se Fabrizio ci avesse unito tutti nelle sue enormi braccia tese e, adesso che quell’abbraccio si era sciolto per sempre, avesse lasciato comunque un’eredità di amore infinito. Qualcuno dice che è stato il più grande poeta italiano del ‘900, altri dicono che è stato il più cristiano degli atei. Io so che ha amato la vita nella forma in cui si manifesta meravigliosamente divina: laudate hominem. Proprio così: Fabrizio ha abbracciato l’uomo. E io sento ancora la sua carezza sul mio volto.

9 Comments