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Cin’, sei, sette, hop

Un’aula della palestra che frequento è dedicata alle lezioni di “Hip hop“. Li vedi arrivare questi allievi di contrada, vestiti come i ragazzi di una baby gang di una periferia metropolitana: pantaloni larghissimi, catene, felpe, cappelli con la visiera girata, anelloni e il passo anticipato dal movimento delle braccia, morbido e deciso. Nello spogliatoio mi chiamano “fratello” anche se non faccio parte del loro ordine. Che l’Hip hop sia una cultura non lo nego, ma un po’ mi stupisce che si diffonda con lezioni a cadenza settimanale, con gli orari di una palestra, la disciplina e il doccia schiuma Badedas al lampone.

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