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La mela celeste

Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri…”

“…Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai…

E’ che io non ce la faccio a non guardare il cielo almeno due volte al giorno: appena sveglio e prima di andare a dormire. Come se aspettassi qualcosa. Certe mattine ho come la sensazione che questo nostro pianeta sia soltano il seme di un gigantesco frutto fantastico, di cui l’amosfera è polpa. Una grossa mela celeste, impalpabile.

“Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una gran voglia di pioggia”

Il testo tra virgolette è tratto da “Le nuvole” di Fabrizio De André, 1990
La foto è di Filian, Asciano, agosto 2006

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