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Azzurro

Azzurro

Le case di Lisbona sona decorate con gli azulejos, maioliche dipinte di bianco e di blu. Intere facciate ne sono ricoperte, come pure alcuni interni di ristoranti, pasticcerie, negozi, chiese. Le strade larghe e bianche accolgono un sole cocente, mitigato dal vento dell’atlantico.

La festa per gli italiani comincia nella Baxia, il quartiere centrale costruito sul livello del mare. Nella Praça Don Pedro IV, verso le 23:00 un ragazzo solo passeggia gridando "siamo campioni del mondo". Con un fischietto intona brani celebri italiani: "cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua". Lo raggiungiamo all’uscita del BAR, gridandogli "siamo campioni del mondo". Arrivano altri italiani, di tutte le età. Un signore anziano ha la bandiera come mantello. Una macchina scandisce col clacson un inno di vittoria. Eccone un’altra decapottata su cui ci saranno una decina di ragazzi in festa. Italiani rasta si buttano nella fontana della piazza, con beneficio di tutti. E poi arrivano i portoghesi, la cui squadra era stata eliminata proprio dalla Francia, solidali e felici.

Il vento oceanico rinfresca la notte e gonfia altre bandiere, quelle portoghesi, rosse e verdi. Ne prendiamo una, aggiungiamo una maglietta bianca e sventoliamo l’improvviso tricolore.

A Lisboa l’eco della festa anima una citta viva, ma quieta e silenziosa. Qui i camerieri scherzano coi bambini, gli autisti sorridono anche nei brevi ingorghi. Tutto è più lento. Stamattina i giornali hanno Cannavaro in prima pagina, e non Zidane. Tutto e’ piu’ azzurro, anche qui a Lisboa.

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