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Impressione

Impressione

Ho cambiato ufficio. Ora la mia scrivania sta di fronte a una finestra.
Mentre tutti vedono quello che succede nel mio monitor, io vedo tutto ciò che può succedere al di là di una finestra posta al quinto piano di un palazzo di città: c’è una luce impagabile da questo vetro, la chioma dorata di una quercia, su cui il giorno conversano cinque o sei uccelli, forse sempre gli stessi. Nel monitor si muovono veloci i dati su excel, frasi sul messenger, qualche rapida finestra di explorer, tenuta segreta come una vergogna, ma io sto sopra un ramo, zitto e immobile, solo per ribadire la mia partecipazione. Il sole del crepuscolo si fa spazio tra i rami; un uccello va via in cerca di migliore occupazione, un brivido di vento scuote le foglie cangianti. E io vorrei essere Van Gogh.

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