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E loro neanche lo sanno

Quando una persona è libera e onesta intellettualmente la prendiamo spesso come punto di riferimento. E’ molto facile con gli intellettuali del passato, perché il tempo aiuta a essere obiettivi, a storicizzare, a creare una sintesi generale del pensiero, eludendo eventuali contraddizioni.  Per i vivi è più difficile, perché spesso ci guidano nella riflessione, poi però non riusciamo a “riconoscergli la libertà di crescere e di cambiare, cioè di vivere”*. Ora si vanno a ripescare articoli di Giorgio Bocca scritti quando aveva 18 anni, oppure frasi più recenti considerate “omofobe” o “razziste”, ma avulse dal ragionamento generale in cui pure sono inserite. Cretinate. Forse i blog e i social network ci hanno abituato all’idea che davvero chiunque possa dire di tutto, che il primo sbarbatello saccente possa dare giudizi sui veri intellettuali come fosse uno storico intellettuale egli stesso. Magari persone che non hanno letto mai niente di Giorgio Bocca, se non gli articoli che in queste ore stanno rimbalzando su Internet, e credono di doverne fare necessariamente una sintesi. Penso che Giorgio Bocca ha combattuto anche per la libertà d’opinione di questi “catoni”, e loro neanche lo sanno.

* Vasco Rossi, La versione di Vasco, Chiarelettere, 2011

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