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Il rispetto delle cose

Il rispetto delle cose

Grazie alla raccolta differenziata possiamo ottenere dei risultati soprendenti: riutilizzando 350 vaschette di gelato può venir fuori una comoda panchina ecologica, con 10 quotidiani si ottengono 20 rotoli di carta igienica, con 20 flaconi di detersivo si riesce ad ottenere un secchio e una bacinella.
Mia nonna, che ha vissuto le due guerre più famose e ha cominciato a mangiare tre volte al giorno solo negli anni ’60, anche da "ricca" non buttava via niente: da un contenitore di gelato otteneva un originalissimo typperware, da una bottiglia di vetro vuota riusciva a ottenere un’utile bottiglia di vetro, da un quotidiano otteneva un vetril e un rotolo di scottex, da un barattolo di pelati un vaso per la salvia. E noi, stupidi bambini, ridevamo di lei quando ci richiedeva i vasetti dello yogurt appena finito: li lavava accuratamente e li conservava. Diventavano contenitori di piccole cose per il frigo, bicchieri d’emergenza, materiale di cancelleria (li usavamo per diluire i colori) e chissà quante altre cose. E noi ridevamo di lei, dicevamo che era tirchia, invece era solo una sincera ecologista. Anche lei faceva la raccolta differenziata: differenziava alla fonte, cioè all’acquisto. Comprava solo le cose utili con una particolare predilezione per quelle riciclabili (nel senso che non avrebbe mai gettato via). E la spazzatura la buttava solo una volta alla settimana. Utilizzando la busta della spesa, naturalmente.

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