Skip to content

A colloquio con Elvira Dones

Elvira Dones, scrittrice e documentarista, è figlia di molte culture: di origini albanesi, vive tra gli Stati Uniti e la Svizzera, Paese nel quale – ventottenne – scappò prima del crollo del muro di Berlino. “Dopo gli orrori dello Stalinismo – ci racconta, nel corso di una lunga e piacevole chiacchierata – ero determinata a farmi una cultura di destra in Svizzera, tanto ero disgustata dal regime da cui scappavo!

Ma è stato impossibile: il confronto con la destra, priva di speranze e di ideali è stato deludente!”. In Italia, dove è conosciuta per i suoi numerosi romanzi, in questi giorni ha fatto sentire la sua voce dalle colonne della Repubblica: il suo intervento nei confronti dell’ennesima boutade di Berlusconi, che concederebbe una deroga allo stop agli sbarchi degli albanesi, se corredati da “belle ragazze”, ha fatto il giro del mondo. “E’ incredibile: da quando Repubblica ha pubblicato la mia lettera – racconta – ho avuto 1500-1600 contatti al giorno in più!”.

Probabilmente dipende dal fatto che Elvira Dones è una delle poche intellettuali che ha trovato il coraggio di rispondere alla “carineria” del premier: “mi sembra così assurdo – afferma stupita- che nessuno sottolinei la bassezza di questi interventi. Oramai le battutacce di Berlusconi non fanno più notizia, e se la fanno è per oscurare notizie ben più gravi sulla situazione italiana.”. Impietosa, Elvira ci racconta un’Italia che conosciamo bene, ma lo fa con la lucidità e l’obiettività propri di chi non vive in questo Paese: “ogni giorno – confessa – comincio la giornata leggendo i quotidiani italiani, poi quelli svizzeri e statunitensi. Vivo nei sobborghi di Washington DC – continua – e questo è un centro culturale importante. Gli amici giornalisti di tutte le testate del mondo transitano da qui, e inevitabilmente, a ogni nuovo scandalo mi chiedono ‘allora Elvira? Questi italiani se ne libereranno?’. Io non so rispondere, perché in qualunque altro Paese del mondo uno come Berlusconi lo avrebbero già costretto alle dimissioni!”.

E’ inevitabile il confronto con l’Albania: “siamo molto simili – afferma la scrittrice – anche se l’Albania non ha una storia di democrazia come l’Italia. Proprio ieri – afferma con una certa tristezza – Berisha, il nostro presidente, ha voluto rilasciare un commento per giustificare la frase di Berlusconi: l’ho trovato disgustoso. Eppure – continua – quello che mi fa paura non è tanto Berisha, ma una nuova generazione di destra parlamentare che si è insediata in Albania. Sono trentenni che vengono dalla Sapienza, dalla Bocconi, dalla Sorbona, e che dai vostri bei Paesi hanno imparato soprattutto la cultura deteriore, fatta di arrivismo, apparenza e potere. ‘Highly educated’, si direbbe, ma soprattutto ai soldi.

A questa classe che avanza – aggiunge la scrittrice – per fortuna si oppone una società civile bellissima, fatta di persone intelligenti, ma non aggressive. Questo può essere uno svantaggio, perché a quell’urlare della destra bisognerebbe opporre la stessa aggressività, benché positiva. Occorre saper comunicare le proprie idee, e contrastare la violenza di quelle spinte ideologistiche senza cuore.”.

Elvira Dones conosce bene le dinamiche sociali dei due Paesi e ammette l’interesse per la politica: “per anni molti amici hanno cercato di coivolgermi, ma la politica non mi è mai piaciuta del tutto. Poi siamo arrivati a un punto in cui la situazione chiedeva che tutti intervenissimo, e mi sono lasciata portar via dalla speranza che nelle elezioni del giugno 2009 ci sarebbe stata una svolta.”. Elvira parla delle ultime elezioni albanesi, vinte da Berisha e la cui legittimità è stata messa in dubbio dall’opposizione che ha parlato di un sospetto di brogli. “La politica, ci dice Elvira, ha bisogno di persone in gamba e oneste. L’onestà è la caratteristica più importante.

Non è più il tempo di votare il cosidetto ‘male minore’, però bisogna anche stare attenti a non incorrere nel pericolo anarchico.”. E’ difficile interpretare le forme attraverso cui si canalizza il consenso popolare. E’ difficile anche capire la legittimazione che moltissime donne italiane oggi concedono a questa nuova forma di maschilismo dominante. Osservazioni, quelle di Elvira, che in ogni caso dovrebbero far riflettere, anche noi “extraparlamentari”.

Pubblicato anche sul sito nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà

Post a Comment

Your email is never published nor shared. Required fields are marked *
*
*