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Democrazia e opposizione

Non sono uno di quelli che s’arma e parte, manifestando per ogni causa che gli stia a cuore. Ma l’8 luglio andrò a Roma.
Dopo le elezioni, per quanto deluso, non ero totalmente scoraggiato: mi dicevo “Oramai che potrà fare Berlusconi che non abbia già fatto? Vedrai, è così presuntuoso che tirerà fuori un po’ d’orgoglio e, seppure per caso, farà del bene al suo Paese”. Poi mi dicevo: “Veltroni è un osso duro, saprà fare un’opposizione agguerrita e attenta. Non c’è da temere”.  Ebbene entrambe queste speranze sono state tradite.

L’attuale governo sta cercando di far passare modifiche costituzionali mascherandole dietro la necessità e l’urgenza del decreto legge.  E sono modifiche pericolose, perchè minano il principio stesso della democrazia che è la separazione dei poteri.
Ha ragione Umberto Eco quando ribadisce un concetto già molto chiaro: “Democrazia non significa che la maggioranza ha ragione. Significa che la maggioranza ha il diritto di governare. Democrazia non significa pertanto che la minoranza ha torto. Significa che, mentre rispetta il governo della maggioranza, essa si esprime a voce alta ogni volta che pensa che la maggioranza abbia torto (o addirittura faccia cose contrarie alla legge, alla morale e ai principi stessi della democrazia), e deve farlo sempre e con la massima energia perché questo è il mandato che ha ricevuto dai cittadini. Quando la maggioranza sostiene di aver sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia”*
È sempre lui, signori: il nano malefico, il caimano, il magnaccia. E stavolta dobbiamo fermarlo con tutti i mezzi democratici che abbiamo a disposizione. E un’opposione sera e attenta è uno strumento democratico, almeno quanto l’abusato “dialogo”.  Cerchiamo di servircene, finchè siamo in tempo.

* La Repubblica, 2 luglio 2008

 

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