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La droga buona

Ho un blog, una libreria virtuale, ascolto musica in streaming, incontro e ospito in casa nuovi amici attraverso il couchsurfing, trascorro gran parte della mia giornata tra email e instant messenger. Appartengo a tutti gli effetti alla generazione del web 2.0, che ha appena raggiunto il suo clou e che forse ora comincia a declinare.
In questi giorni ho letto la critica che Paolo Landi rivolge a Internet (nel pamphlet “Impigliati nella rete“) e l’opinione concorde di alcuni intellettuali, soprattutto a seguito dei fatti di cronaca nera maldestramente associati alla Rete: molti dicono che Internet sia una droga, crei dipendenza, e che alcune volte ci si può persino ammalare. Io invece credo che crei “affezione”: quando scopri le possibilità di confronto e di crescita che ti offre è inevitabile che tu spesso lo preferisca alla TV, ai giornali, ai libri e ai locali alla moda.
Perché la Rete non è un creatura a se’, che si nutre, prospera e ragiona per conto suo; e non ha editori, nè commissioni di vigilanza. E’ un luogo di incontro, dove puoi fermarti a parlare con chi vuoi. Non sto dicendo che un monitor è meglio di uno sguardo, anzi! Ha ragione Ermanno Olmi che in “Centochiodi” fa dire: “Tutti i libri del mondo non valgono quanto un caffè con un amico“. Questo è vero anche per Internet. La Rete non possiede la Verità (come invece pensa qualcuno), non è la quintessenza della democrazia, ma crea occasioni di incontro, fa prendere appuntamenti per numerosi caffè (meglio se decaffeinati).
Starei attento dunque a paragonare Internet ad altre forme di “dipendenza”: le altre droghe tendono a isolare l’individuo, lo alienano dal circostante, e spesso causano delle patologie che si concretano in vere e proprie degenerazioni. Tutto ciò che contribuisce ad accorciare le distanze tra gli uomini, invece, non può non avere un valore positivo. Quando sono lontano da casa Internet mi manca. Sì, mi manca come strumento per stare vicino alle persone fisicamente lontane con cui ho stabilito un legame. Mi manca la chattata notturna, la lettura dei commenti al mio post, l’opinione del mio blogger prefererito, sentire dell’ultima esperienza di couchsurfing del mio “vicino”, vedere se Misianna ha letto il libro consigliato e se le è piaciuto e perché.
E così, quando ospito un amico in casa, prima del caffè gli offro la mia connessione wi-fi: “hai bisogno di internet? Vuoi controllare la posta?” E la cosa sorprendente è che spessissimo la risposta è “sì, grazie, solo un minuto“.

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