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L’emozione del calcio

L’emozione del calcio
 

Prima di guardare la partita in Tv ieri sera ho chiamato mio padre, di cui  ho già narrato la smisuarta passione per il calcio.  Gli dico: "Come la vedi questa partita?". E lui, convintissimo mi risponde: "Ma sai, per l’Ucraina sarebbe veramente importante vincere: è la prima volta che si qualifica per i mondiali e strappare la semifinale a una squadra prestigiosa come l’Italia per loro vorrebbe dire aver vinto i mondiali. Poi è una nazione povera, e a livello economico e sociale può voler dire tanto affermarsi nel calcio. Insomma sono contento chiunque vinca". Io sono suo figlio. Prendo la macchina e mi dirigo a casa di alcuni miei amici (da cui sto digitando) per trascorrere il finesettimana. Insieme andiamo in un bar per vedere la partita su un megaschermo. La partita è bella, emozionante. Ma quando sul finire ho visto la prodezza di Shevchenko, che all’87esimo, senza arrendersi ha dribblato 4 giocatori prima di finire atterrato davanti alla porta, ebbene io mi sono proprio commosso. Poi Zambrotta, Cannavaro, Ferrara hanno festeggiato con la bandiera "Pessottino siamo con te", dedicando la vittoria al loro compagno ricoverato in terapia intensiva. Non avrei creduto che il calcio potesse darmi tanto.

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