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I tre tipi di renziani che conosco

Conosco molti che votano Renzi perché li rappresenta, perché credono che i sindacati debbano chiudere, che i dipendenti pubblici siano nullafacenti, che i servizi pubblici debbano essere privatizzati, che i diritti civili siano motivo di discussione (ma non di concreta estensione), che il patrimonio culturale pubblico debba essere svenduto e che tutto sommato gli operai di Pomigliano vogliono la vita troppo comoda… Be’ io e loro abbiamo idee politiche diverse. Rispetto le persone, ma non condivido per niente le loro idee. Queste persone sono spiccatamente di destra. Tra di loro infatti ci sono persino consiglieri comunali del PDL, che stranamente hanno votato e voteranno alle primarie del PD, e ci sono gli elettori del PDL, a cui Renzi si rivolge per trasformare definitivamente il PD in un partito di destra.

Poi ci sono persone di sinistra che in buona fede lo votano perché “rottama”, perché dice che vuole risolvere il conflitto di interessi, o perché vuole abolire il finanziamento pubblico ai partiti o perché sognano un’Italia dove prevalga il merito. Eppure su ciascuno di questi punti Renzi a Firenze si è rivelato un millantatore. Io so che non ha mai rottamato niente, anzi ha costruito una rete di potere dando incarichi secondo il manuale Cencelli; inoltre vive immerso nel conflitto di interessi da quando – da presidente della Provincia – ha favorito società di cui risultano soci le sue sorelle e sua madre, e tramite le partecipate – su cui ha imposto i suoi uomini – finanzia attività che il Consiglio Comunale non si sogna di sostenere (o semplicemente non può per legge). Infine il finanziamento delle sue costosissime campagne è trasparente solo in minima parte. Va bene abolire il finanziamento pubblico ai partiti, ma va sostituito con pratiche trasparenti. Possiamo ricordarglielo?

E poi ci sono persone che si riconoscono nella politica di Renzi, esattamente come la prima categoria, ma non hanno il coraggio di ammetterlo né a se stessi né agli altri, per non riconoscere che pur provenendo culturalmente dalla sinistra sono cambiati, sono diventati “un po’” di destra. Allora si rifugiano nella critica al PD e fanno finta di non conoscere la storia di Renzi, il caimano di Rignano, e delegittimano anche critiche fondate e argomentate che gli si rivolgono, bollandole come opinioni. E questa è la prova che sono antropologicamente cambiati. Berlusconi ha già vinto, diceva Nanni Moretti. Anche in queste primarie del PD.

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