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Il dovere delle radio

Arriva l’autunno discografico, che per le anteprime che mi è capitato di ascoltare equivale a una primavera. Adesso tocca alle radio: accantonate, per cortesia, gli orribili “successi” che avete contribuito a creare (il “saliscendi” di Giorgia, il “saluto” sguaiato di Tiziano Ferro, il sentimento neolatino di Biagio Antonacci) e restituite alle nostre orecchie un po’ di musica buona, pescata anche nella produzione km zero. Fateci sperimentare per una volta la bellezza dell’ascolto. E se per motivi finanziari credete di non riuscire a sostenerla, provate a farcela entrare come una svista, come un’anomalia, come una distrazione, come un dovere.

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