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IV potere

Ieri Liberazione riportava un interessante articolo intitolato “Nasce il partito del Corriere e dà l’avviso di sfratto a Prodi” (articolo 12), firmato da Rina Gagliardi. Pur impantanandosi un po’ nell’acquitrinio dei luoghi comunisti l’articolo è tuttavia interessante e lucidissimo: il Corriere della sera starebbe sostenendo una cordata che vorrebbe assecondare il ricambio nella classe politica e favorendo l’ascesa dei “tecnici centristi” al governo del Paese. La “pars destruens“, dice la Gagliardi, è condivisibile e anche piuttosto facile da sostenere (dato che l’attuale classe politica è bravissima a delegittimarsi da sè), ma come approvare una “pars construens” che vorrebbe affidare il governo a un’altra casta, questa volta di tecnocrati, reclutata nelle accademie o nelle grandi banche, su basi molto poco trasparenti (come relazioni di potere, logiche familiari, interessi, …)? Naturalmente la tesi è ben argomentata e fornisce una serie di testimonianze, alcune evidentissime (la pubblicazione sul giornale delle lettere di D’Alema e Mario Monti rispettivamente sulla crisi della politica e sull’opportunità di un governo tecnico e centrista, la pubblicazione del libro di G.A Stella sul privilegi dei politici, etc…), altre più velate, ma comunque indiscutibili (come i frequenti riferimenti, in molti articoli, alla Prima Repubblica come modello di politica ). E’ da un po’ che anche io mi interrogo sul potere dei grandi giornali, per questo l’articolo di Rina Gagliardi mi ha trovato particolarmente sensibile; poi in serata mi è capitato di sfogliare il Corriere e ho constatato che ogni articolo non faceva che confermare la sua tesi. Persino l’amato Erri De Luca, scrivendo della difficile situazione di Napoli, individua un solo responsabile: la classe politica.

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