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Le mie elezioni

Sono stato eletto solo una volta in vita mia: in 5° Liceo mi ritrovai a essere “Rappresentante di Istituto”. Il metodo Ciampi non esisteva ancora e il voto fu così frazionato che mi bastarono poche preferenze. Credo che nessuno dei miei compagni mi volesse come rappresentante, ma c’era talmente tanto disinteresse verso quella votazione che finì per prevalere la lobby dei professori, che influenzò il voto a mio favore (e con mia assoluta sorpresa: non avevo fatto campagna elettorale, né accordi sottobanco). Fu un’esperienza devastante: cominciai così a fare riunioni, firmare verbali, prendere decisioni che spesso non condividevo, pur di rappresentare le scelte dei miei compagni. E poi assemblee col microfono a cui non ero abituato, i fischi come alla Moratti, i tentativi di corruzione del preside e dei professori. Per fortuna un anno passa presto. Ho solo il rammarico di non essere stato pronto per quel ruolo: non avevo alcuna preparazione politica, né un grande interesse per la politica in generale. E adesso che invece ho tutto questo c’è ancora qualcosa che mi frena da un partecipazione politica più attiva, ma non so cosa. Tutti i miei colleghi dell’ufficio sono candidati in liste comunali o di circoscrizione e mi sembra che non abbiano niente da dire. E io qui invecchio, meditando come e quando.

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